Intervista a Vincenzo Castaldo del 22 Febbraio 2023

Vincenzo Castaldo, Presidente dell’Associazione Glocal Think promotrice della nascita del progetto Comitato delle Radici Irpine, descrive in sintesi gli obiettivi del lavoro messo a punto dal Comitato a meno di un anno dalla fondazione

«Il turismo considerato soltanto un fattore economico serve a poco in un progetto di sviluppo di un territorio. Occorre, invece, fare in modo che possa incidere sulla qualità economico-sociale delle comunità. Per raggiungere tali obiettivi è necessario partire dai servizi e da una accoglienza qualificata. Noi ci stiamo preparando a fare tutte e due le cose».

Con queste parole Vincenzo Castaldo, Presidente dell’Associazione Glocal Think promotrice della nascita del progetto Comitato delle Radici Irpine, descrive in sintesi gli obiettivi del lavoro messo a punto dal Comitato a meno di un anno dalla fondazione.

I prossimi passi da compiere?

«Dopo essere stati selezionati tra i 19 progetti del Bando del Ministero del Turismo “Montagna Italia” per due milioni di euro, stiamo elaborando le proposte per partecipare al bando delle idee “Turismo delle Radici”. In parallelo stiamo approntando lo strumento che andrà oltre a tali iniziative. Infatti, È in fase di definizione la D.M.O. Irpinia che sarà il braccio esecutivo di un lavoro di confronto e rete tra soggetti pubblici e privati, ai quali si aggiungerà anche il mondo dell’associazionismo e di tutti i professionisti del settore. Un confronto utile e per certi versi conclusivo per la proposta finale riguardante l’organigramma e l’elaborazione della strategia si è tenuto sabato 18 febbraio 2023 presso lo storico Palazzo Imperiale di Salza Irpina. Presenti i Comuni che hanno avviato la creazione di questa rete (Mercogliano, Serino, Lacedonia, Santa Lucia di Serino, Santo Stefano del Sole, San Michele di Serino, Andretta, Cesinali, Monteverde, Salza Irpina, Aiello del Sabato)».

Prevista una data ufficiale per la presentazione della D.M.O. Irpinia?

«La presentazione ufficiale avverrà attraverso due diverse tappe, così da coprire le realtà territoriali che aderiscono al progetto. La prima a Serino il 4 marzo, mentre a Lacedonia si terrà il 5 marzo. La D.M.O. rappresenterà una sorta di assessorato al turismo esterno dei comuni, che dovrà coordinare e gestire, raccogliendo le indicazioni delle istituzioni, tutto ciò che riguarda la promozione turistica. Le D.M.O. sono realtà già presenti in altre Regioni e proprio queste ultime stanno investendo parecchio in questo nuovo modello organizzativo e gestionale. Speriamo che lo stesso possa avvenire con la Regione Campania».

Si può affermare che il fare rete sia un valido elemento di strategia territoriale?

«Posso dirlo con una certa cognizione di causa: l’Irpinia perde per i troppi campanilismi e le estenuanti lotte che spesso si consumano su interessi di parte. Per l’Irpinia occorre un ragionamento territoriale. Da giugno dell’anno scorso, da quando abbiamo presentato il Comitato delle Radici Irpine presso l’Abbazia di Montevergine con la presenza del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, di cui ricordiamo essere come Comitato delle radici l’unica realtà in Irpinia presente al tavolo tecnico istituito dal Ministero stesso, abbiamo svolto un lavoro di ricucitura del territorio, pensando a unire le realtà istituzionali e non a dividerle. La conferma è arrivata anche dagli ottimi riscontri ottenuti durante la due giorni dedicata al turismo delle radici al “Roots in 2022” prima borsa internazionale sul tema organizzata dall’Apt Basilicata, dove lo stesso Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione Internazionale ha sottolineato l’appropriatezza del percorso che abbiamo prospettato. Ma è bene ricordare che il Turismo delle Radici è per noi solo una parte del progetto destinato all’Irpinia».

Quindi su cosa di basa la strategia della D.M.O. Irpinia?

«La nostra strategia si muove secondo lo slogan che abbiamo coniato “Vi aspettiamo a Casa” per un vero turismo etico e sostenibile che non è soltanto rivolto ai tanti emigrati di ritorno, ma a tutti coloro che vorranno venire a trascorrere parte del loro tempo nella nostra terra. L’accoglienza si costruisce non si inventa e nemmeno si improvvisa. Questo implica che le istituzioni a qualsiasi livello predispongano tutti i servizi utili a garantire sia al turista e sia a chi vive tutto l’anno nei paesi una qualità di vita che possa produrre un progresso economico e sociale».