Il progetto in sintesi
I piccoli Comuni, soprattutto quelli delle aree interne, sono tra i più colpiti dal fenomeno dello spopolamento. Sono milioni gli Italiani che vivono, in Italia e nel mondo, fuori dai propri luoghi di origine.
La Glocal Think fa parte del tavolo tecnico del turismo delle radici del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale dove, con altri professionisti, si stanno costruendo le basi per un progetto che offra alle Comunità all’estero soluzioni di accoglienza e ritorno alle radici.
Offriamo alle Amministrazioni locali supporto e consulenza per la creazione di un’offerta attrattiva tramite consulenti ed esperti. Accompagniamo il territorio, anche grazie alla formazione mirata, verso un modello di accoglienza diffusa.
Ci prepariamo insieme all’anno delle radici che il Ministero degli esteri celebrerà nel 2024 con iniziative dedicate per gli italiani nel Mondo.
La Sfida:
L’emigrazione è sicuramente uno dei fenomeni che maggiormente ha segnato il nostro Paese. I numeri sono quelli di una diaspora, di un esodo drammatico. In 150 anni, 30 milioni hanno lasciato l’Italia: calcolando che 11-12 milioni sono rientrati, registriamo una perdita secca per la Penisola di 20 milioni circa, tanto che oggi si stima che gli italiani residenti all’estero e gli italodiscendenti siano 60-80 milioni. Ma, restringendo la nostra attenzione al Sud d’Italia, fra prime, seconde, terze, quarte, quinte generazioni, sono 40-50 milioni i meridionali che vivono fuori regione.
Il Sud, infatti, ha pagato e continua a magare un prezzo decisamente alto, visto che dal Sud si continua a partire sia verso il Centro-Nord, sia verso Paesi esteri (soprattutto europei): la metà dei 5,6 milioni di iscritti all’AIRE (Anagrafe degli Italiani all’Estero) è di origine meridionale. Di fatto, l’emorragia demografica riguarda soprattutto le regioni del Sud: secondo lo Svimez, solo nel periodo 2002-2017, la perdita di quasi 1 milione di giovani al di sotto dei trent’anni rappresenta un colpo durissimo al futuro stesso del Mezzogiorno. Di questi il 25-30% è altamente formato (ha almeno una laurea): si calcola che, nel periodo 2002-17, le regioni del Sud abbiamo speso 38,8 miliardi di euro per la formazione di quei laureati che poi sono emigrati.
Pertanto, se è vero che «l’Italia sarà quel che il Mezzogiorno sarà», e che «il Sud non è una “causa persa”» (“Piano Sud 2030”, p. 2); è altresì vero che, per vincere questa sfida, occorre il contributo di tutti: dei residenti, ma anche di chi vive all’estero o nell’Italia centro-settentrionale.
La Strategia:
Lo smartworking potrebbe diventare un modello che recupera non solo il divario tra lavoratori italiani del nord e del sud ma che potrebbe essere capace di redistribuire il lavoro riequilibrando il divario tra grandi città e piccoli centri, sostenendo al contempo il recupero e la valorizzazione di cultura, diversità e tradizioni locali.
Inoltre in molti paesi del mondo, e in particolare in Europa, è un diritto già sviluppato di cui i lavoratori usufruiscono regolarmente. Molti di questi smartworkers nel mondo potrebbero essere attratti in Italia da qualità e costo della vita, soprattutto in borghi e piccole città oggi soggette a spopolamento ma ricche di risorse, unendo natura, cultura, innovazione e sostenibilità.
Applicando le logiche del lavoro agile in chiave territoriale, i benefici saranno molteplici:
- #SOSTENIBILITÀ – Creare i presupposti per favorire una corretta transizione verso la Green Deal Agenda dell’Unione Europea, accelerando il passaggio ad una economia circolare per rafforzare la digitalizzazione e la resilienza economica e sociale del nostro Paese.
- #SVILUPPODELTERRITORIO – Sviluppare le aree a bassa densità abitativa e soggette a spopolamento creando presupposti per la nascita di servizi innovativi, pianificando investimenti infrastrutturali, riducendo il digital divide che oggi caratterizza ancora molte aree d’Italia e contribuendo al recupero delle arti e dei mestieri artigianali tradizionali italiani come patrimonio culturale globale;
- #ECONOMIACIRCOLARE – Ridurre drasticamente l’impatto ambientale di moltissime professioni e aziende e promuovere modelli di business basati sulla circular economy;
- #ATTRAZIONEITALIA – Sviluppare pienamente la progettualità contenuta nel Piano per la ripresa dell’Europa (Next Generation EU) anche incentivando il ritorno in Italia dei molti dei cervelli italiani “fuggiti” all’estero per trovare condizioni di lavoro superiori, e favorendo il trasferimento in Italia di cittadini di altri paesi ad alta qualificazione professionale;
- #PATRIMONIOCULTURALE – Ripristinare e riqualificare le aree di rilevanza storica e culturale del nostro Paese che detiene il record del maggior numero di siti patrimonio dell’umanità dell’UNESCO a livello mondiale;
- #PARIOPPORTUNITÀ – Favorire il sostegno alle famiglie attraverso il riequilibrio tra vita personale e lavoro, favorendo investimenti “immateriali” e intergenerazionali in capitale umano e sociale, soprattutto attraverso l’uso di strumenti in grado di favorire educazione e formazione permanente e di permettere ai giovani e alle donne pari opportunità nel mondo del lavoro.
I Risultati:
Il Progetto è partito a Giugno 2021 aggregando varie realtà private impegnate nello sviluppo del territorio.
Dall’unione di queste è nata una piattaforma di servizi per i lavoratori digitali e un portale informativo sui territori per promuovere i comuni aderenti e smartwoker friendly
La piattaforma si basa su servizi di pernottamento adatti a digital workers per brevi, medi e soprattutto lunghi periodi, perché il modello di turismo è in forte cambiamento e volto a creare nuovi turismi residenziali.
Inoltre la piattaforma promuove dati e informazioni del territorio, sia culturali che di servizio (qualità dell’aria, spazi di coworking, servizi essenziali) e una community di workers digitali locali
L’obiettivo, dopo la prima fase di sperimentazione, è quello di estendere il modello a tutto il territorio nazionale.